5 motivi per cui i bambini non smettono di parlare dei campi estivi

Quest’anno… e in questo momento dell’anno, chi tra voi si è trovato in questa situazione, alzi la mano. Proprio quando credi – finalmente – di aver sentito tutte le possibili storie sul campeggio, ecco che ci siamo di nuovo. Magari si tratta di un video sul campo estivo, di una riunione organizzativa… o di un invito a ritrovarsi al campo. Qualunque cosa sia, riguarda il campo estivo e ti ricorda che ci hanno trascorso metà dell’estate. Magari si tratta del racconto di quando ha fatto sci nautico o giocato a baseball. Certo, è la trentesima volta che lo senti. Se ti chiedi come mai, ogni estate, poche settimane possano avere un effetto così profondo su tuo figlio tanto che, tra i rigori dell’inverno, ne sta ancora parlando come se fosse appena accaduto, alza la mano. Forse non te lo chiedi nemmeno, sei semplicemente contento che il tuo investimento per il campo estivo sia stato un successo. Qualcuno, però, potrebbe ancora avere qualche dubbio. Ecco, allora, alcuni aspetti di cui tenere conto:

1.) Al campo estivo, i partecipanti passano l’intera giornata con i loro amici.

Prima che tu dica che succede anche a scuola, pensaci: ai campi estivi, oltre a stare con gli amici, hanno la possibilità di interagire con loro. Se ci rifletti, le interazioni con gli amici a scuola si limitano principalmente alle conversazioni in classe, alle lunghe ricreazioni tra le lezioni (per i più piccoli) e all’ora di pranzo. Naturalmente magari possono arrischiare qualche parola mentre sono in classe ma, nella maggior parte dei casi, quando c’è l’insegnante (e questo avviene per la maggior parte del tempo) in generale non è permesso parlare tra studenti. In confronto, il campeggio è più come dormire a casa di qualche compagno o partecipare a un evento collettivo che però dura alcune settimane e ogni giorno i campeggiatori svolgono attività straordinarie con i propri amici. Sotto il profilo del divertimento, è evidente che non c’è paragone!

2.) I bambini al campo possono rilassarsi. Non è che al campeggio estivo non ci siano delle regole, ma si tratta spesso di regole che favoriscono un’atmosfera rilassata. Sono molto più indulgenti rispetto alle norme scolastiche e anche quelle richieste nelle situazioni sociali sono più rilassate rispetto a quelle che i bambini devono rispettare negli altri dieci mesi dell’anno. Per esempio, la maggior parte di ristoranti (e i relativi clienti) di solito non sono molto felici se i bambini cantano mentre sono a tavola. Invece questo nella maggior parte dei campi estivi è permesso e incoraggiato.

3.) Ai campi estivi, i bambini possono imparare a essere indipendenti. Non è che tuo figlio non ti voglia bene o non ti rispetti, ma gli piace anche fare cose per suo conto. Per la prima volta, al campo estivo, sarà fiero dei suoi sforzi. I bambini saranno molto orgogliosi (naturalmente con il sostegno dei loro compagni, dei consulenti e di un gran numero di campeggiatori… anche se loro pensano di avercela fatta tutto da soli, non importa). Questo dà loro un senso di fierezza, perché non hanno bisogno di mamma e papà per ogni cosa.

4.) Quello del campo è un ambiente giovane. Il campo è un ambiente fatto apposta per i giovani. Anche il personale è giovane di spirito. Sembra una cosa da nulla, ma considera per un attimo il mondo dal punto vista di un bambino. Sostanzialmente, i bambini sono persone costantemente controllate dagli adulti e a cui viene detto di continuo che potranno fare tutto quando saranno più grandi. Invece il campo è un posto particolarmente bello per i bambini, un luogo in cui gli viene costantemente ricordato quanto è bello essere bambini.

5.) I bambini hanno modi diversi di considerare il tempo ai campi estivi. Sul serio. È davvero diverso. Comincia la scuola e comincia anche il loro conto alla rovescia dei “mesi che mancano alla fine”. È un conto alla rovescia che sembra non finire mai e i bambini pensano che ci sia sempre tempo prima che finisca. Quando inizia il campo estivo, comincia invece un conto alla rovescia diverso. Questo serve a contare “quante settimane sono già passate”. Al campo estivo, i bambini non vogliono sprecare il tempo che passa. In altre parole, sanno che il loro tempo al campo estivo è limitato. Dal momento in cui arrivano, cominciano a sfruttare al massimo ogni minuto e questo aumenta l’intensità dell’esperienza. Ecco perché le storie che senti e risenti e ti sembrano noiosi aneddoti del campeggio, infarciti di “avresti dovuto esserci” eccitano tanto tuo figlio quando le racconta. Di fatto, mentre lo fa, rivive l’esperienza di quel momento che non dimenticherà mai. Difficilmente ciò potrebbe avvenire anche con i compiti di matematica.

Quindi, quando arriva la lettera o l’email di promemoria per il prossimo campo estivo e salta fuori un’altra storia, ricordati che per chi ha fatto questa esperienza è come se fosse un messaggio che arriva da un mondo fatato. Un cartolina di saluti dall’isola che non c’è.